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giovedì 16 maggio 2013

Benvenuto Presidente (2013) - Come ridere sulla crisi politica italiana... con un pò di amarezza.






Trama


Peppino, bibliotecario con la passione della pesca alla trota, vive in un piccolo paese di montagna sognando un futuro migliore per il suo unico figlio, venditore rampante di articoli sportivi. A Roma intanto destra, sinistra e centro discutono le sorti del paese e l'identità del nuovo presidente della Repubblica. A sorpresa, viene eletto Giuseppe Garibaldi. Generale, patriota e condottiero italiano naturalmente defunto, il cui nome e cognome è stato però ereditato da almeno cinque italiani. Peppino si fregia di quel nome ed ha l'età giusta per ricoprire la carica di presidente. Eletto suo malgrado, viene condotto a Roma ed invitato a rinunciare al mandato. Al momento di pronunciare il discorso alla Camera, Peppino avverte l'opportunità di fare qualcosa e di cambiare finalmente il suo Paese.




Recensione:


La commedia Americana  è stata fonte di ispirazione per la realizzazione del film. Negli Stati Uniti è prassi fare satira nei cinema e  molti sono i film dedicati alla figura del presidente: si passa da commedie dove si effettuano scambi di persona: "Dave - presidente per un giorno", a commedie dove per un errore del computer, un comico prende il posto alla Casa Bianca: "L'uomo dell'anno".

In Italia, invece, abbiamo dovuto aspettare il duemila prima di poter, veramente, far satira al cinema.

L'incontro tra Peppino ed i leader dei tre partiti politici


Questa, sicuramente, spopola in tv da anni, ma al cinema non sempre ha avuto grande successo fatta eccezione per : "Gli Onorevoli" con Totò,  o " Tutti Dentro" con L'Albertone nazionale (precursore di Tangentopoli), non ci sono altri film di rilievo.
Negli ultimi tempi invece si è assistiti ad un rimescolamento delle carte:

Molti comici che in tv hanno avuto successo con personaggi satirici ispirati alla nostra politica, si sono riversati al cinema, ripresentando tali personaggi, abbellendoli con una trama ad Hoc e impacchettando per bene il prodotto, per un pubblico di massa.

Peppino e Janis


Uno dei primi film  di questo nuovo filone,  è "Qualunquemente" di Giulio Manfredonia, con un ottimo Antonio Albanese (ne parlerò presto in un nuovo articolo!), che fa satira con la figura di Cetto La Quanlunque, personaggio che l'attore ha presentato in vari programmi televisivi.

Si sono buttati nel filone satirico, anche attori di grande caratura, come Michele Placido, che in : "Viva L'Italia", dà forma al politico medio che va avanti con: Inciuci, tangenti, donnine e favori politici.


Il presidente in veste ufficiale


Abbiamo però dovuto aspettare Claudio Bisio, per avere un film che oltre al comico, cerca di regalarci una morale finale.

il richiamo evidente a "Benvenuti al Sud", sempre con Bisio, remake del francese "Giù al Nord", dà l'idea di un film positivista, ricco di importanti messaggi. In parte "Benvenuto Presidente" prova a far questo, ma ricordo che è un film comico, per cui il messaggio finale, viene smorzato da una trama che alla fine mira solo a tirar via una risata.

Il personaggio di Bisio è un idealista, legge Moby Dick e spera in un futuro migliore per lui e suo figlio, che invece vorrebbe un padre più inciucione, intrallazzino  e meno sognatore.
Gli ideali e l'allegria di Peppino (Bisio) serviranno  a migliorare la nostra politica (purtroppo solo sullo schermo cinematografico ), ma contro quegli stessi ideali Peppino sarà costretto a scontrarsi quando scoprirà che l'amore della sua vita, Janis, ha degli scheletri nell'armadio cosi come molti politici. Cosa fare? denunciare tutti o salvare i propri cari ed amici? Nascondendo il tutto, cosa lo cambierebbe dalle persone che lui stesso stà combattendo? e proprio su questa lotta interiore ( onestà - corruzione) che il film evolve su un altro piano: il messaggio di Peppino alle camere non è quindi solo accusatorio nei confronti dei nostri governanti ma accusatorio anche verso tutti noi: "Se noi non cambiamo, l'Italia non può cambiare". Certo il messaggio è quasi simile al discorso finale di Rocky IV, ma l'impatto è comunque importante è il pubblico ne è toccato (quello che ovviamente volevano i produttori!). 

Perchè vedere il film ?

Per passare un paio d'ore con un ottimo Bisio. Ridere con una commedia italiana cosi come abbiamo riso con le commedie di Landis degli anni ottanta (regista di Una poltrona per due) e godere della buona interpretazione di Katia Smutniak.

Perchè non vedere questo film ?

Messaggio finale troppo banale è buonista. Struttura della trama troppo sbilanciata sulle parti comiche. Non tutti i personaggi vengono analizzati al meglio. Visione troppo surreale della nostra politica (il Presidente della Repubblica, non ha tutti questi poteri decisionali autonomi  come invece viene ipotizzato nel film).

Voto personale:

Film : 6
Claudio Bisio: 8
Katia Smutniak: 7-

Curiosità:

Cosi come nel film, nella recente elezione del Presidente della Repubblica, che ha ridato il mandato a Napolitano, sono stati votati nomi di fantasia e nomi di personaggi che con la politica non avevano nulla a che vedere:

Rocco Siffredi
Veronica Lario
Il conte Mascetti (forse suggerito da SIRI?)

Great Scott a tutti!!!!

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